venerdì 28 marzo 2008

UN VIAGGIO MOLTO LUNGO

Ieri in autobus ho aiutato una donna a sistemare la sua valigia.
Ha accettato il mio aiuto dicendo d'avere sulle spalle ben trentasei ore di viaggio.
Mi sono incuriosita un sacco.
Vista la disponibilità della signora e il suo bel sorriso aperto le ho chiesto :"E da dove sta tornando?"
Abbiamo cominciato così un dialogo che sarebbe potuto durare, almeno per me, ben più lontano della mia fermata.
Mi ha raccontato del suo mese nel deserto.

Del suo mese passato presso una famiglia saharawi, in un campo profughi.
Mi ha detto del Sahara Occidentale,che già colonia spagnola,è l' ultima colonia africana ancora in attesa della sua indipendenza.
Che dal 1973 il Fronte Polisario combatte per l' indipendenza.
Che nel 1975 il Marocco e la Mauritania invasero il territorio e la maggior parte della popolazione fuggì in Algeria dove, da allora, vive nei campi profughi.
Che nel 1976 il Fronte Polisario ha proclamato la RASD, Repubblica Araba SaharawiDemocratica. Che nel 1991, dopo 18 anni di guerra, il Consiglio di Sicurezza dell' ONU ha approvato il Piano di Pace.
E che dal 6 settembre 1996 la Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale ha sorvegliato il rispetto del cessate il fuoco e ha organizzato il referendum di autodeterminazione.
Io ho bevuto ogni singola parola.
Guardavo la sua faccia abbronzata, le sue mani tatuate per gioco insieme alle altre donne, la sua voglia di ripartire...così le ho chiesto :"E per dove questa prossima volta?"
La mia compagna di viaggio mi ha confidato con un sorriso che avrebbe scelto un posto sicuramente più tranquillo, un oasi in cui ancora ci si può ritrovare (testuali parole)...
Parlava del Salento.
Ed io ho pensato che non esiste davvero il caso.
Incontrare quella donna faceva parte della lista della mia giornata di ieri.
Siamo così passate da un continente all'altro, da un calore ad un altro, da un popolo ad altra gente che lei conosceva ugualmente bene.
Ascoltare parlare della mia terra da una donna emiliana, con una tale precisione di immagini e colori, con un tale archivio di sapori e atmosfere, mi ha fatto venire un mare di nostalgia e mi ha fatto sentire immensamente fortunata di chiamare tutto quello ancora casa.

6 commenti:

Vincze ha detto...

Ero in attesa dl mio medico, e ho sentito parlare di vacanze una signora, di una certa eta'. Dai modi teatrali alquanto, ma allo stesso tempo gentili e cordiali.
Parla con un signore + o - coetaneo, della liguria prima, tipico dei torinesi, e della toscana poi.
Poi, si illumina quando comincia a parlare del sud, a parlare di Lecce e del Salento...
Mi incuriosisco, e ,forte del fatto che il mio accento non è così forte anche grazie a 15 anni di Torinesità, faccio finta di non essere di lecce per sapere cosa ne pensa. incondizionatamente.

Incomincia a parlare di gente solare, di colori unici, di cordialità, profumi, sapori, clima, mare, scogli, vegetazione e terra rossa.

le ho risposto, contento... (e sotto sotto orgoglioso)
"Mi ha convinto, credo che ci andro' in vacanza questa estate..."

Devo dire che alcuni entusiasmi glieli avrei "stutati" subito
(Viverci non è come passarci una vacanza!); ma mi ha fatto piacere che il Salento riesca a dare questa impressione, ancora....

V

Betty ha detto...

Ieri sera, mentre il mio treno lasciava la stazione di Lecce, tra me e me cantavo "Amara terra mia" per salutare la mia terra amara e bella... Nei giorni trascorsi a Lecce pensavo che è sorprendente tornare e scoprire ogni volta quanto il Salento sia bello... e non importa se per lavorare bisogna fare 800 km, tanto prima o poi si torna sempre a casa!

me ha detto...

non riesco a scrivere niente perchè ho un nodo alla gola e devo trattenermi dal piangere per la nostalgia... SALENTO TI AMO

Anonimo ha detto...

non so come sia appartenere ad una altra terra..ma so sicuramente cio che i salentini hanno del cuore quando parlano o pensano alla loro..ed essere lontani colora tutto di una nostalgia e un orgoglio in piu..e poi tornare è sempre nuovo e d è sempre una scoperta.
V.

Anonimo ha detto...

Beh, visto che siamo in tema e che questo blog è così "culturalmente" aperto, colgo l'occasione per suggerire (e "ri-suggerire" ;> )a tutti, nostalgici e non, uno splendido libro,

"...uno spartito musicale tra i più affascinanti, dove l'intera Terra d'Otranto "suona" vivissima non solo nella sua realtà storica di allora, ma in quella, anche geografica ed etnica, d'oggi e di sempre. Una Terra d'Otranto che appunto per la sua concretezza diventa poeticamente la terra delle passioni più vere, e dei più genuini sentimenti, dell'intera umanità nostra". (Giorgio Caproni)

E' "L'ora di tutti", di Maria Corti... E non vi lasciate scoraggiare (o "ri-scoraggiare" :>) dalle prime 50 pagine, oggettivamente un po' lente...Continuate oltre e fatemi sapere...

Anonimo ha detto...
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